Paradossi per complicarci la vita… ma perchè?
Chi si occupa di comunicazione sa bene come i messaggi pubblicitari abbiano bisogno di essere ripetuti più volte per essere notati e ricordati (e diventare efficaci…)
Ecco, a me spesso succede il contrario! Quando mi trovo a vedere e/o ascoltare certi spot mi basta una sola esposizione per iniziare un rimuginio perpetuo. Stavolta (ancora una volta) l’input arriva da uno spot della Mellin.
Uno spot in cui vediamo una mamma e un papà, e poi una nonna (da un lato) alle prese con l’alimentazione di un bambino piccolo (dall’altro) una sorta di sfida… una battaglia da vincere… armati di sorriso sempre e comunque di fronte a qualsiasi comportamento del bambino, come fosse un comico per cui hanno pagato il biglietto e dunque, mah sì, perchè non ridere? Così poi quando avrà mangiato lui (prima il dovere), poi potranno mangiare anche i grandi….
Ma perchè?
Ma come faranno i cuccioli delle altre specie animali? come faranno le madri-uccello a convincere i propri uccellini ad aprire il becco quando loro tornano al nido con qualche piccola preda? Non sanno parlare, non sanno fare l’areoplanino con il cucchiaio, non conoscono l’arte dell’impiattamento…. Ok, questa è ironia, anzi sarcasmo… ma pubblicità come queste ci fanno perdere il senso dell’orientamento…. alimentarsi rappresenta un bisogno primario e imparare ad alimentarsi rappresenta una normale tappa evolutiva per ogni bambino sano.
Ma i bambini imparano soprattutto osservando, e noi adulti siamo chiamati a mettere in pratica buone abitudini alimentari, anche per questo.
I bambini imparano a camminare perchè sono predisposti per farlo (sia in termini motori che cognitivi) e perchè il mondo rappresenta lo stimolo verso cui la loro curiosità epistemica li porta.
Un neonato di pochi minuti sa raggiungere il seno della madre seguendone l’odore (come si vede in questo emozionante filmato). Dopo qualche mese (circa 6) il suo sviluppo psicomotorio lo renderà in grado di stare seduto e di portarsi le cose alla bocca e poco per volta imparerà a mangiare, e riuscirà a farlo nel modo più adatto e più sano se le persone intorno a lui sapranno assecondare e supportare le sue naturali capacità.
Poco per volta… pian pianino… ma lo spot ci mostra un bambino di 22 mesi (così dicono/scrivono) che viene imboccato faccia a faccia e che pasticcia con le mani nel piatto come se non sapesse cos’altro fare con quel cibo (più o meno quello che avviene verso i 6 mesi…).
Ma a guardarci bene sembra avere le idee ben chiare quando sposta con gentilezza la mano del papà che si ostina a imboccarlo.
E la mamma dopo tutto ciò si premura di dire “ma io non mollo”…. e subito dopo vediamo un bambino che si scola un simil-biberon di latte crescita mellin (stavolta insieme agli altri famigliari a colazione), in braccio alla mamma come fosse un lattante… e in sovraimpressione si cita la normativa sul tema… inizia a essere più chiaro quale possa essere uno dei motivi di certi paradossi…