Questa volta non ti dico no – lettera aperta a tutti i docenti in servizio ai tempi del Covid, nella Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia

Cari docenti,

educatori ed educatrici di nido, maestri e maestre di infanzia e primaria, professori e professoresse di scuole medie e superiori (secondaria di primo e secondo grado) e di università. Scrivo a tutti coloro che si trovano a insegnare oggi, ai tempi del Covid19, in presenza o a distanza. Scrivo a tutti Voi che avete lavorato a che lavorate con obiettivi educativi e formativi.

Per favore, fermiamoci un attimo. So che avete pochissimo tempo, che le procedure si sono moltiplicate, che c’è il rischio di ammalarsi, la mascherina da cambiare, il materiale da igienizzare, le lezioni da preparare, la connessione da verificare, il link da mandare, i compiti da correggere inventandosi dei modi nuovi perchè ci hanno detto che qualsiasi oggetto è potenzialmente pericoloso. Ciò nonostante (o forse proprio per questo), Vi prego, fermiamoci un attimo. Non dico a respirare per davvero (cosa che fa sempre bene), non dico a riflettere sul senso di quello che stiamo facendo (altra cosa sempre raccomandabile e tanto più quando il contesto cambia), non dico a definire delle priorità (cosa particolarmente utile quando aumenta la complessità)… tutto ciò immagino lo stiamo già facendo, se non altro su suggerimento di chi ci vede sempre più in affanno, sempre più oberati e forse sempre più preoccupati.

Io Vi chiederei proprio di fermarVi e provare a non fare nulla, nulla di difficile, nulla di nuovo se non RICORDARE: ricordare il tempo in cui avevate l’età degli alunni e degli studenti che abbiamo davanti. Ricordare cosa Vi è rimasto davvero nel cuore e nella mente, negli occhi e nelle mani. Cosa avete imparato per davvero, negli anni, e con chi.
E, a quel punto, un’ultima cosa: ricordate il film “La vita è bella”? Ecco, questo è il vero sforzo da fare oggi: fare vedere a bambini e ragazzi quello che si può fare, e non quello che non si può fare.

Dall’inizio della pandemia abbiamo continuato a definire regole, ogni giorno una regola nuova, ogni giorno abbiamo aggiunto un peso in più sulle spalle (e nella mente) di alunni e studenti. Certo le regole ci vogliono ma non possono essere solo ed esclusivamente divieti: dobbiamo dire ai bambini e ai ragazzi COSA SI PUO’ FARE non solo quello che non si può fare. E per farlo dobbiamo trovare modi nuovi di guardare la realtà, dobbiamo riuscire (noi per primi) a scovare (o a inventare) quello che SI PUO’ FARE. Ciò che “ancora” si può fare oppure ciò che “per la prima volta” si può fare. Oggi. Nel tempo che abbiamo e nello spazio che abbiamo oggi.

Qualche giorno fa uno studente mi ha fatto notare che se lui fosse salito sulla cattedra come aveva fatto il personaggio di Robin Williams (nel film “l’attimo fuggente”) sarebbe stato buttato fuori… ecco: il film ci fa vedere che in un certo contesto (con il professore) quello che normalmente non si poteva fare per una volta (per la prima volta) può diventare possibile…

Stavamo parlando di quel film perchè un altro studente, poco prima aveva chiesto se utilizzare metodi fantasiosi per insegnare potesse essere efficace per l’apprendimento. Voi cosa ne pensate?

Io credo che, oggi più che mai, non sia solo efficace ma sia l’unica cosa che possiamo fare, l’unico modo che abbiamo per continuare a insegnare per davvero: siamo davvero chiamati continuamente a inventare modi nuovi, e possiamo farlo solo rimboccandoci le maniche della fantasia (per citare un termine tanto caro a Rodari) e della creatività (per usare un termine che è al centro dell’agenda 2030 e tanto caro a chi si occupa di risorse umane e soft-skills).

Del resto, l’innovazione passa anche da qui…

E’ inutile che ci giriamo attorno, che ci nascondiamo dietro a un dito… quel dito che continua a indicare le nuove regole, i nuovi divieti… Come educatori e insegnanti bbiamo un preciso dovere: dobbiamo inventarci nuovi modi per insegnare, altrimenti se ci fermiano ai divieti finiremo per non fare più nulla. Ginnastica no, musica no, suonare no, cantare no, ricreazione vicini no, lavori di gruppo no, prestarsi i libri no, aiutare il compagno no… davvero pensiamo che si possa andare avanti così all’infinito? Continuando a fare l’elenco di ciò che non si può fare? Aggiungendo un punto elenco ogni giorno… fino a quanti? Fino a quando?

In realtà non si può continuare così e infatti tanti insegnanti stanno già provando ad andare oltre, per continuare a coltivare l’insegnamento/apprendimento (in maniera efficace) e anche per coltivare la resilienza (altra parola più che mai fondamentale).

Non c’è alternativa. Dobbiamo inventarci modi nuovi per fare lezione, per stare nelle classi (reali o virtuali) in maniera efficace, in maniera tale da aiutarli a crescere. Loro SI STANNO FORMANDO ORA: non domani, non tra un mese, non quando arriverà il vaccino, non quando l’indice Rt scenderà. Loro – i bambini e i ragazzi che abbiamo davanti (anche quelli che hanno più di 18 anni, sì anche loro) – si stanno formando ORA: come persone, come adulti di domani. Ogni giorno un po’ di più… e non possiamo continuare a chiedere loro soltanto di portare pazienza (chiederemmo a un germoglio di portare pazienza in tempo di siccità?) dobbiamo fare la nostra parte (dobbiamo preoccuparci di dare oggi l’acqua che serve oggi, in qualche modo…).

Siamo noi gli adulti oggi. Loro lo saranno domani, se li aiutiamo a diventare tali… perchè essere adulti non è solo essere grandi.

Siamo noi gli adulti oggi e abbiamo delle precise responsabilità, come singoli e collettività.

Oggi, 20 novembre ricorre la Giornata Nazionale dei Diritti dell’Infanzia in cui si celebra la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

La convenzione si basa su 4 principi fondamentali che sono sicuramente tutti importantissimi… ma oggi, nell’Italia del 2020, mi pare che il secondo meriti un’attenzione particolare: il diritto all’INTERESSE SUPERIORE (nell’ambito legislativo….). E così il terzo, ma non fermiamoci al diritto alla vita dobbiamo considerare anche il diritto allo SVILUPPO, il sano sviluppo.

Cari docenti, buon lavoro a tutti! E buona giornata nazionale dei diritti dell’infanzia..

“Education is the most powerful weapon which you can use to change the world…” Nelson Mandela

Era il 20 novembre 1989 quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adotto la Convenzione ONU per la tutela nel mondo del diritto dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC – Convention of the Right of the Child). La convenzione è stata ratificata da 196 Pesi nel mondo tra cui L’Italia nel 1991.

Il testo completo è disponibile sul sito dell’Unicef

Principi fondamentali dei diritti dell'infanzia

Sono quattro i principi fondamentali della Convenzione:

  1. Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori.
  2. Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità.
  3. Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino e dell’adolescente (art. 6): gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stato
  4. Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.

Tratto dal sito Unicef